Quanto sta accadendo in Italia in questi giorni, oltre alle attenzioni per il Corona Virus, le paure del contagio e le mille domande a cui la la scienza ancora non sa rispondere in modo esaustivo, solleva riflessioni nel mondo imprenditoriale, sopratutto nel campo import - export, negli scambi commerciali tra Italia e Cina e dei rapporti sempre più stretti con la repubblica cinese.
A questo proposito proviamo ad analizzare i dati offerti da Info Mercati esteri in collaborazione col Ministero degli Affari esteri e cooperazione internazionale.
L' elaborazione proviene dall'Ambasciata d'Italia su dati di AGenzia Ice di Fonte Istat, anno 2018 (il 2019 non è ancora disponibile).
L'Italia ha esportato in Cina nel 2018, beni per un totale di 13.188,66 mln di euro, importando merci per un totale di 30.831,65 mln di euro (più del doppio). Che cosa importiamo?
Prodotti dell'agricoltura (288.46 mln di euro), esportandone solo 37,79 mln.
Ma da ogni parte si ripete che "l'italian dream" ed il lifestyle italiano, sono molto sentiti ed apprezzati.
Tuttavia l'Italia (fonti Info Mercati esteri) rappresenta il ventinovesimo fornitore del mercato cinese del settore agroalimentare, anche se il primo fornitore di cioccolato e pasta, il secondo di olio d'oliva, acque minerali e vini frizzanti, il terzo per vini imbottigliati e caffè, con volumi tuttora modesti, ma sempre dietro a 27 altre nazioni.
Importiamo 152.61 mlm di euro di bevande, esportandone solo il 5,53 mln di euro. La situazione non migliora per i prodotti alimentari: esportiamo 250 mln di euro di merci, importandone dal sol levante ben 302 mln di euro.
Anche l' export di articoli di abbigliamento in pelle e pelliccia non migliora. Supera 1.840 mln di euro contro i 4.223 di mln di import dalla China.
Tutte le altre tabelle sono disponibili all'analisi di queste logiche di mercato in cui l'italian dream rimane ancora un sogno, confermato da numeri, statistiche e matematica.
Wilma Zanelli
