A forza d'imbattersi nel concetto del claim “Benvenuti alla felicità”, la grande campagna promo, nella quale Shakira racconta quali emozioni e sensazioni la rendano felice, è facile comprendere che a molti di noi, sia venuta quella fregola sottile di fare le valigie e salire a bordo di una nave, per cercare, attraverso l'oblò, metafora delle navi Costa, le emozioni del mare e della bella vita di crociera.
Così, decido di preparare la valigia, prenotando un volo per Roma e m' imbarco a Civitavecchia su una nave da crociera, mentre si formano i tasselli di un reportage che degusto già dalle prime fasi della preparazione.
"Venti di bonaccia" cercherà d' immergersi nell'azzurro del mare, senza avere aspettative, bensì vivendo le emozioni dei veri viaggiatori che, a differenza dei turisti, trovano il piacere non solo nella destinazione, ma nello svolgimento del viaggio. My cruise experience sulla Costa Vittoria sarà riassunta partendo da 2 aggettivi o sostantivi, della lettera A e proseguendo ogni giorno, sino a completare tutto l' alfabeto.
Verrà scritta, a conclusione della navigazione, quando discesa a terra, porterò con me tutte le sensazioni e le informazioni raccolte, lasciando che queste liberamente prendano spazio negli anfratti della memoria.
La tastiera del mio portatile sarà il ponte di comando di questi "Venti di bonaccia" ed io ne sarò il comandante. "Mon captain".
A: appassionante e armoniosa.
Armoniosa.
Appena salita a bordo già respiro il clima sereno costruito per offrire al viaggiatore la sensazione d' armoniosità. Ci sono centinaia e centinaia di persone che lavorano intorno a noi, ma non si sentono rumori disturbanti, non si assiste a scene sgradevoli che ahimè, a terra si vedono, anche in certi hotel di grandi catene turistiche. I passi felpati, i movimenti veloci, i sorrisi ripetuti, quel "Madame" che risuona nell'aria, i cenni del capo producono un'energia positiva e energizzante.
Ai ponti vicino alle cabine decine e decine di carrelli con lenzuola sporche e asciugamani, aspirapolveri silenziose e il service staff, velocissimo si muove, portando valigie e sorridendo agli ospiti. Ai ponti esterni ripuliscono le lunghe vetrate, in piscina le sdraio blu, mentre i baristi passano con disinvoltura portando bevande e stuzzichini.
Lo stesso accade negli altri angoli di Victoria, la città galleggiante.
Bar e ristoranti, buffet, caffè, wine bar sono serviti da personale che lavora con grande serietà, ma che diventa disponibile per uno scatto fotografico, oppure sa trasformarsi in cantante per offrire il benvenuto a bordo.
Sicuramente faticoso, sotto il profilo umano e fisico, mantenere un ritmo così frenetico senza lasciar trasparire, sul viso i segni di questa fatica. E mi sovviene l' esempio di certe discipline sportive e l'espressione di leggerezza con cui certi atleti si presentano al mondo.
Fatica e leggerezza. Inversamente proporzionali. Se questa non è armonia.
Appassionante.
Il diario di bordo è appassionante con le sue 27-30 proposte per trascorrere la giornata. Mille alternative oltre le escursioni a terra o per chi ama riposare nella Iacuzzi, in piscina e sulle sdraio del 12esimo ponte, offerte dalle 8,30 a notte inoltrata.
Dalla camminata matuttina per il risveglio muscolare, a lezioni di stretching con l'istruttore sportivo, al ballo con i dancing maestri, agli angoli culturali per passare ai giochi di società.. Il tardo pomeriggio inizia con spettacoli e aperitivi musicali. Il Teatro Festival si accedende di luci e lustrini e si avvicendano voci, musica, cantanti e ballerini nella Hall Centrale, al Concorde Plaza è tutta una festa, un battito di mani. Risate rieccheggiano nei lunghi corridoi dei vari ponti.
Quasi non c'è tempo di cambiarsi d'abito o di maschera. Anch'io mi ritrovo sempre più spesso a sorridere, a ridere persino. Era da tempo che non mi capitava. Pensavo di avere i muscoli facciali arruginiti.
Bailando bailando porta alla Notte Bianca, oppure ai tavoli verdi del Casinò, regno dei giocatori. I dealer, i croupier son lì, in divisa, in attesa. "Les jeux son faites, rien va plus". Qualcuno vince, baciato dalla Dea Fortuna, qualcuno perde ed intanto navighiamo in mare aperto.
Al ponte di comando l'equipaggio e gli ufficiali di turno con meticolosità e indubbia professionalità, ci portano per mare, mentre il giovane Comandante sovrintende ogni movimento. A me viene in mente una frase che nell'entourage marinaresco si sente spesso parlando dei Comandanti: " Solo Dio sopra di lui" o "Secondo solo a Dio".
Sembrerà un' esternazione esagerata, ma non lo è. Da quella plancia di comando, simile a quella di Star Trek, costellata da decine di luci e figure colorate che sono linguaggio con cui parlano radar, ecoscandagli e Gps vari, la visione è totale, come quella del potere esclusivo del Comandante.
Tutt’intorno, al di là delle vetrate che corrono per cent’ottanta gradi, s' ammira l' abbraccio tra cielo e mare. E al centro gli ufficiali a cui è affidato il compito di leggere ogni segnale e condurre la nave sulla buona via.
Il codice della navigazione è chiaro: «Al Comandante della nave, in modo esclusivo, spetta la direzione di manovra e di navigazione e il suo equipaggio, gli deve obbedienza: ufficiali, marinai, team alberghiero."
Un esercito che si aggira intorno ai mille e più uomini. Quasi ottocento per la Victoria.
Se questo non è appassionante ...
Mon captain - Wz (segue)
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