Palermo Capitale italiana della cultura 2018, diventa un'occasione imperdibile per un approfondito tour della città e dintorni ,nonchè un momento di riflessione che farò sulle spiagge di Mondello, disseminate di plastica e cocci di bottiglia.
Il progetto originale, di elevato valore culturale, di grande respiro umanitario, di pace, orientato all’inclusione, alla creazione di capacità e di cittadinanza è ambito.
Sappiamo che gli abitanti dell' isola e l' isola stessa, per la particolare posizione geografica, è abituata da secoli a vivere, qualcuno dice subire, sopportare, il peso d' emigrazioni ed immigrazioni, che, alcuni aspetti positivi ha offerto, sopratutto nella "fusion" di stili sapientemente equilibrati che ammiriamo a bocca aperta, in certe parti della monumentale città, oggi diventata patrimonio dell'Unesco.
Palermo Capitale italiana della cultura, nasce anche per valorizzare questo autentico patrimonio e le produzioni artistiche contemporanee.
Un patrimonio da far rispettare a tutti i costi, e non bastano ahimè, le bandiere davanti ai siti ed ai palazzi, gli oltre 1600 appuntamenti dell'anno, l'ottantina di eventi internazionali, 132 concerti ed altrettante mostre, per un complessivo di 12 mila artisti coinvolti, tour organizzati per sensibilizzare il valore di un tesoro su cui l'Italia, Palermo nello specifico, sta seduta.
Sappiamo che chi, già apprezza l'arte e le bellezze culturali, continuerà ad ammirarle, mentre chi danneggia, deturpa, fa scempio del patrimonio, proseguirà nel suo delinquere, a prescindere dal progetto Palermo capitale della cultura.
Lo stesso vale per le bellezze paesaggistiche, per la natura, i giardini, i fiori, i parchi e quel grande mare caldo e generoso, che si chiama Mediterraneo, Mare Nostrum, cioè nostro, anche mio che siciliana non sono.
Palermo Capitale #siamonoi si offre alle tante etnie (ma che male c'è se pronunciamo la parola razza?) con le sue bellezze, offrendo anche una cultura di pace e d'inclusione.
Ma, guardando il modo frettoloso con cui quelle persone si muovono e vivono, come dialogano tra loro, evitando proprio di usare la lingua madre del nostro paese, io, da semplice viaggiatrice, osservatrice, mi chiedo se a loro interessi la nostra ricerca d'inclusione.
E guardando certi angoli di Palermo, con la monnezza en plein air, cantucci di spiagge piene di plastica, cale dove le conchiglie hanno lasciato il posto a bottiglie rotte, mi chiedo perchè tra gli oleandri, dimora di senza tetto, ci siano sacchi di spazzatura e tra le barchette nel porto, galleggino mozziconi di sigarette ed altre schifezze.
Me lo chiede anche English man con la sua lady. D'impeto vorrei rispondere : "Sorry, I dont' understand" perchè il discorso sarebbe lungo, anche se lo facessi in italiano. La cultura non s'impone, ovvio, ma rigide sanzioni e pene severe per chiunque (ospitante od ospitato) danneggi la civiltà, sarebbero obbligatorie.
Non dobbiamo valorizzare il peggio di noi, ma preservare quello che ci è stato lasciato. Anche questa è una politica d'inclusione e di rispetto dei popoli e del loro passato. E scusate se mi sono permessa Palermo Capitale #siamo noi
Wilma z.