Lucio è un anziano signore. Lavora nelle cucine di un grazioso locale del centro storico della Food Valley. Non è né di Modena, né di Reggio o di Parma, lo si sente dall’accento. Forse del Nord, ma la gente ha smesso di fare ipotesi da anni.
Forse non è nemmeno così anziano, ma è invecchiato male probabilmente, ingoiando veleno ogni giorno. Vive a Reggio da una decina di anni e poco si sa della sua vita privata. Si direbbe un uomo solo, senza famiglia, fors’anche senza passato. In realtà ha moglie, figli e nipoti. Il passato poi, è qualcosa di cui potrebbe andare fiero. Invece, lui sceglie di dimenticarlo.
Lucio, il cuoco, lavora in un bistrot della Valle emiliana, miniera di prodotti Dop e Igp. Facile preparare il menù con tanti ingredienti: come l’Aceto Balsamico,l 'asparago verde di Altedo, lo zampone di Modena, il panpepato di Ferrara, il provolone Valpadana tanto per citarne alcuni.
Ed in quel bistrot è facile lavorare, visto che la fanno da padrona gl’ingredienti venduti nel locale, che possono esser gustati in menù proprio lì. Facile perchè si evitano le critiche dei clienti: tutto è già stato preparato da altri, vini compresi.
Lucio non sopporta le critiche, nemmeno quelle del titolare, non sopporta i clienti, perché lui sa quanto vale. Non ha bisogno di lustrarsi davanti a nessuno, ma è pronto a mettersi alla prova.
“Lucio, venerdì, mi raccomando divisa in ordine, stiratissima. Arriverà il giornalista tv, l’esperto di cucina. Fammi fare bella figura. “ urla Olga la proprietaria.
Lucio ascolta e non risponde “Ma vai al diavolo” pensa. “Bella figura? Hai il negozio pieno di prodotti. Il critico non verrà certo qui a vedere come cuciniamo. L’uomo del controllo qualità verrà a giudicare i prodotti.”
A voce alta continua: “Io qui non faccio altro che impiattare ciò che è già pronto. Questo non è cucinare”. Chiosa.
Wilma Zanelli (Confessioni al ristorante 1°parte)