Sono tanti i vacanzieri che rinunciano al "dilemma", peraltro piacevolissimo, di cercare nuove mete turistiche. "Stessa spiaggia, stesso mare" è la loro mission. "Sempre e medesimo" sono i termini che preferiscono, insieme alle identiche emozioni riposte, in naftalina, nel fondo di un cassetto, anzi dello stesso.
Ed è proprio in quei posti di villeggiatura che, un occhio attento, riesce a ritrovare intatta, la versione Made in Italy del chiacchieratissimo romanzo "I peccatori di Peyton Place".
Rumors, riferiscono che ci siano tanti piccoli Peyton Place in Italia con i suoi abitanti, senza grande potere d’acquisto, che si muovono tra le pinete nei monti delle Alpi o degli Appennini, altri che svolazzano con camicie colorate nelle località marine, altri ancora, cercano di camuffarsi, senza risultato, tra gli ameni paesini lacustri e le dolci colline della penisola. E' strano, come ad agosto sbuchino improvvisamente nelle proprie città natali, portando in giro la parte migliore di se stessi, quella che ha raggiunto posizioni in società, che si è arricchita, quella fiera di aver superato dei traguardi.
Anche il lago di Garda ha il suo Peyton Place, dove il tempo pare essersi fermato, con i suoi strani abitanti senza portafoglio, che alla chetichella entrano nella nuova bottega di Sestino, una novità da vedere. Una bella gastronomia che offre piatti pronti da asporto, ma anche la possibilità di consumarli sul posto, in un angolo dedicato, con il vignaiolo che offre solo vini locali.
Da Sestino nella piovosa primavera 2019 passano tutti: i curiosi, gli opportunisti e gl’invidiosi. E poi arrivano i business man: strani venditori come il patito della pulizia che tenta di propinare scope, prese chissà dove: “ Con venti euro se ne porta via due ed in regalo le lascio il rimuovi ragnatele”.
Appena allontanato l’uomo delle scope, arriva la volontaria di un'inesistente associazione che in cambio di un'offerta libera (che parte da una decina di euro) offre una piccola azalea già sfiorita: “Facciamo appello alla sua generosità. Lei è una persona che può permetterselo, è un imprenditore, la prego, doni qualcosa… Queste persone non hanno un lavoro. Lei invece è fortunato, ha dipendenti e un bel locale”, la donna tocca tasti dolenti e sensibili. “La prendo se mi fa una ricevuta” “Non è possibile” risponde lei “Allora nulla, buon giorno” chiude Sestino invitando la donna ad uscire.
Il terzo “ospite” della giornata è il proprietario di casa che cerca, da almeno cinque anni, di vendere il suo vecchio appartamento vista lago. Pretende cifre da capogiro ( vent' anni fa valeva 300 milioni di lire) incurante della svalutazione degli immobili, del degrado dello stabile e del valore commerciale del momento. Quello che conta è la sua percezione che annebbiando la vista, lo convince a non mollare perchè quello è il posto "più bello del mondo".
L'uomo se ne va verso le 11.
Sino a quell’ora non un cliente vero, che abbia acquistato o consumato qualcosa.
Verso mezzogiorno arriva la pettegola del paese, Lucy. Donna insoddisfatta del suo aspetto fisico (che nasconde dietro svolazzanti gonne gipsy) con una lingua velenosa e biforcuta. Sposata con un marito dal sapore azzimo, ma che lei considera il meglio sul mercato. Vive con lui pochi mesi l'anno (solo in inverno) perchè tra loro c'è la stessa attrazione fisica che si ha con la lavatrice di casa, con la quale però vige il rispetto.
Lei crede di essere nell'ombelico del mondo e pensa che le opportunità della vita siano grandi quanto la scatola del suo cervello.
Lucy, per Sestino è l' archetipo di Selena anni 50, una donna che assume nella micro comunità di Peyton Place un ruolo "strategico" che le permette di tagliare e cucire la vita delle persone ed i giudizi, come fa la sarta con i tessuti.
Lucy, quel mattino, passa in bottega solo per un cambio moneta.
Intorno all’una, arriva finalmente un mini gruppo di russi in vacanza, che acquistano degli affettati di salumi e due pezzi di parmigiano reggiano, per un totale di 25 euro.
Nel primo pomeriggio riprende la sfilata degli opportunisti senza portafoglio. Un venditore di coltelli visti in tv . Li tiene in una scatola usata dentro una borsa di plastica in cui ha un’altra scatoletta. “Se desidera posso venderle i miei “ risponde ridendo Sestino. “Vado a prenderli?”. La frase azzeccata, fa sparire il losco individuo.
E poi si fiondano i due dell’Ufficio tecnico del comune. “Secondo nuove direttive triplicheranno le tasse sul plateatico” dicono e metro alla mano, si mettono a riconteggiare gli spazi.
Alle 16 un fracasso sulla strada avverte dell’arrivo della ribelle di Peyton Place, Susy, l'ex giovane dai capelli rossi. Arriva con un trolley rumorosissimo. Pare appena atterrata dall'aeroporto di Orio al Serio, invece, la si ritrova, una settimana dopo, in giro tra le belle viuzze d'un paese limitrofo, che profuma di limoni e vaniglia.
Susy cerca nuovi locali appena aperti, a volte indossa un grande cappello a larghe falde come le dive degli anni 50 a Portofino.
Il gruppo dei cattivi impuniti, afferma che non paga mai il conto e che vive qua e là, dormendo solo con l' inseparabile valigia amaranto.
In bottega spende 2,50 e se ne va.
Alle 18, l’ aperitif time porta 6 giovani a consumare altrettanti Spritz, a cui vanno aggiunti i 4 salatini dell'anziana signora ricca e scialba in misura strettamente proporzionale. Alle 18,30 la cassa di Sestino ha scontrinato 63 euro, pochi per restare a lavorare in 3. “A domani, ragazzi” dice l’imprenditore, congedando i suoi due dipendenti “chiudo io stassera”.
Alle 19,30 come una rondine a primavera, arriva Tommaso fotografo scultore che da dieci anni ritorna puntualmente, nella via più frequentata del paese, trasferendo il suo laboratorio en plein air. Ogni anno espone i suoi scatti. I medesimi ripresi da ogni angolazione, ad ogni ora del giorno e della notte, in un paesaggio che non cambia…. La stessa pianta, la panchina divelta, il campanile senza la campana da dieci anni, lo stesso skyline.
Peyton Place dovrebbe dargli un premio per la tenacia dimostrata ed invece, continua ad ignorarlo, come se fosse normale la sua venuta e la sua presenza che, come le stelle cadenti si esaurisce ogni 20 agosto.
tratto da : " Confessioni al ristorante" di Wilma Zanelli