Bello da togliere il respiro, il giovane barman dalla sua postazione fa meravigliose acrobazie guardando in un punto indefinito davanti a sé. E sogna di vincere un altro premio e un altro ancora. “Voglio essere il migliore. Devo farcela” pensa “e prosegue accarezzando lo shaker con una bravura senza eguali, che lo porta a battere tutti e vincere il podio.
Il caffè è un posto bellissimo e antico, tanto da meritare la bella targa di locale storico con le sue vetrate affacciate sulla via del passeggio e dello sdruscio e altre che guardano verso il cortile interno, un chiostro pieno di rose blu. Nel '300 fu monastero benedettino, rimaneggiato più volte, cambiò uso e destinazione.
Dal 1900 diventa Cafè letterario, ospitando personaggi di grande calibro come poeti e artisti. Fu persino citato in diversi romanzi e negli anni 70, già controllato dalla Sovraintendenza delle Belle Arti, diventa set cinematografico di diversi movie che sbancarono i botteghini dei cinema.
"I personaggi della Dolce Vita entrarono tutti da questa porta principale, che è ancora originale” è la frase che accoglie i clienti del caffè.
GianFranco è nato nel cilento, 35 anni fa, terra campana e dolci colline che si specchiano nel blu del mare. A fine serata, dopo l’assegnazione dei premi, viene a sapere che il caffè è in vendita. Le notizie sono discontinue e poco chiare.
Si parla di centocinquanta mila euro per la licenza, altri parlano di 200 mila euro. I locali comunque sono di proprietà del Comune che, oltre ad un congruo affitto di 60 mila euro l’ anno, si riserva la saletta centrale (la più bella) per eventuali serate e assemblee.
L’occasione è ghiotta, Gianfranco ama il locale, uno dei più importanti e blasonati della città e avvia in gran segreto le trattative per rilevarlo. Il giorno successivo, l’agente a cui aveva dato il mandato, lo informa che il gestore chiede 175 mila euro trattabili per la licenza comunale che andrà rinnovata allo scadere del 2023.
“Un affarone” sostiene il gestore che nella cifra include anche la stigliatura di proprietà: 20 poltroncine di velluto restaurate una decina d’anni prima, alcune lampade stile anni 30 (con relative foto a testimonianza) e un forno gran marca touch screen comprato, già revisionato, nel 2010.
Per contro, le informazioni ufficiali che provengono dal Comune annunciano venti di guerra, in quanto tutta la stigliatura è in dotazione ( tranne ciò sopra elencato) e il rinnovo della licenza non è automatico… “ se allo scadere si presenterà una società più idonea, che offrirà maggiori garanzie o progetti più interessanti per il territorio, dovremo tenere conto del punteggio” riferisce il Presidente della Commissione, come a dire: “200 mila euro per 20 poltroncine imbottite di velluto, 4 lampade stile anni 30 e il forno revisionato, giustificano l’ investimento?”
GianFranco ritorna sui suoi shaker.
Vuole stupire con una lezione sui cocktail più luxury al mondo e il suo pensiero va subito al Dazzle con champagne, liquore di fragola e litchi. “ Sostituirò quest’ultimo con acini d’uva d’un vitigno del territorio. E quando preparerò il Truffle Martini, racconterò del Donova Bar di Londra dove si prepara il cocktail con una Vodka super in cui si immerge il tartufo nero d’Alba per 2 giorni.
Nessuno oserà dire che non valorizzo il Made in Italy”.
tratto da "Confessioni al ristorante" disponibile in formato ebook su Amazon (scaricalo)