Nel week end del caldo Ferragosto 2010, da un forellino di una parete del laboratorio iniziano ad uscire migliaia di formiche e formichine.
Nel giro di un’ora la situazione è disastrosa.
E mentre i clienti fanno pressing per il ritiro delle prenotazioni, le formiche sono un esercito impazzito pronto a creare danni ingenti, in un ambiente di panna e frutta candita.
Il tecnico parla di lavori straordinari da fare sui muri. “Bisogna chiudere l’attività per un po’ di tempo” l’ Asl conferma che il lavoro deve essere addebitato ai proprietari dei muri, i quali invece, rifiutano l’addebito. L’avvocato rincara la dose, aggiungendo i danni di mancato guadagno.
A Rocco piange il cuore, ma deve prendere una decisione drastica, tra interlocutori ostili, in grado solo di pensare ai propri interessi.
“Ce ne andiamo” Abbandoniamo la bella pastry, costruita in quel posto dove quasi sempre soffia un vento furioso.
Via dalla Churchill room dalla sala che fu una piccola scuderia, via dal locale storico con la volta di pietra datata 1736. “Abbiamo già speso troppo impegno e denaro, fatica che non tornerà indietro”.
Rocco Pastry restererà chiuso due anni. Oggi in tempo di Covid 19, si vocifera che possa ritornare, con l’allegria dei proprietari dei muri, il vecchio gestore: un kebabbaro con le sue slot machine.
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