Le “Cucine Alte” hanno un codice particolare che andrebbe rispettato. Credo sarebbe il modo pratico e veloce, per trasformare, ad esempio, la figura del “cameriere” quello che arrotonda lo stipendio nel weekend o nelle vacanze estive e le grandi feste invernali, in un professionista, anche se lavora in trattoria. C’è una brutta abitudine che spesso traspare nelle conversazioni di sala, ovvero il comportamento dei commensali a tavola. Ci sono persone non abituate a frequentare ristoranti e gli unici luoghi in cui si siedono per mangiare sono quelle Sagre paesane, dove si presentano lunghe tavolate in cui i piatti passano di mano in mano, mentre l’ultimo capotavola, di solito impila quelli sporchi per “aiutare” il “povero” cameriere, che lavora mentre gli altri si stanno divertendo. Nulla di più orrendo e sbagliato, sia nel ragionamento che nel comportamento. Questo conferma silenziosamente il triste pensiero che il cameriere è un lavoro di terzo profilo. Facciamo un ragionamento semplice semplice: aiutereste il deejay (che lavora per il divertimento degli altri) mentre fa il suo lavoro? Il barista che prepara cocktail o la cameriera ai piani mentre rassetta la camera dell’hotel ? Mi auguro di no. Quindi se volete rispettare il suo lavoro, intanto guardatelo con professionalità, non irritatelo con richieste stupide e imparate a lasciare la mancia.
Tratto da "Cucine & Cantine Alte - Filosofia della Tavola A.T.T" - Wilma Zanelli - Edizioni Gusto Italiano Amazon