Aristide non sapeva cucinare. Aveva conoscenza di menù casalinghi senza pretesa, solo in grandi dimensioni. Quindi stufava le verdure, faceva dei gran minestroni, insalate di ogni tipo, ogni tanto infornava pizze e focacce, pasta al forno pasticciata, mele al forno, budini, gnocchi di semola e poi grigliava la carne e preparava polentate per le feste di paese. Per questo, grazie alla notorietà ottenuta alle mense scolastiche, all'Osteria e alla candidatura (senza concorrenza) della Casa di Riposo, venne chiamato anche dal Presidente di un'associazione a dirigere le cucine dei vari eventi estivi, tempio delle sagre a gogo. Quelle che svuotano la clientela dei ristoranti ed offrono a prezzi bassi, con poche normative da rispettare, minima fiscalizzazione, guadagni senza grandi controlli e cene consumate tra il rumore, all'aria aperta o sotto enormi teloni. Piatti di pessimo gusto, scotti, freddi, bruciacchiati ma condivisi tra canti e balli di gruppo. Ad Aristide le sagre piacevano molto, così accettò. Nel giro di pochi anni l'imprenditore per caso, realizza un volume d'affari che sfiora i 15 miloni di euro. Anche l' Osteria (pur senza cambiare connotazione), aumenta il fatturato e le sagre raccolgono sempre più consensi. Si vociferava che Aristide avesse un conto in banca più appetitoso del ristorante gourmet lì vicino, dove le signore arrivavano con abiti firmati e autentiche pellicce (colorate e celate nell'imbottitura interna, per confondere gli animalisti ) e dove un assaggio dolce regionale al cucchiaio costava 13 euro. Chef Aristide, ormai era chiamato così, era diventato noto ed il suo nome era sulla bocca di tutti...
da "Ricette dell'allegra brigata " Wilma Zanelli Amazon
"Quello che devi sapere sul mondo della ristorazione"