Mancano 53 giorni all'inizio del 2024 e gli operatori del settore turistico e tutti i partners commerciali sono già al lavoro per progettare nuove emozioni. Possiamo dire che il nuovo anno si prospetta come il turismo delle radici italiane o turismo di ritorno.
Molti si chiederanno: di cosa si tratta? Questo tipo di turismo si verifica quando le persone tornano al luogo in cui sono nate o al luogo di provenienza delle loro famiglie. Un turismo spinto dal desiderio di riallacciare le proprie radici, rintracciando parenti lontani, conoscendo a fondo il proprio albero genealogico, assaporando i sapori ed i gusti della propria terra d'origine.
Questo viaggio di scoperta, già iniziato nel 2023 e che troverà l'apice nel 2024, coinvolgerà 600 comuni e diverse organizzazioni settoriali.
Per meglio valutare l'importanza di questo progetto, riportiamo alcuni dati del 2020. La Calabria (sia in passato che attualmente) ha il più alto numero di cittadini espatriati iscritti all'Aire, mentre in Argentina vive la comunità italiana più numerosa dall'estero.
Questo tipo di turismo anche chiamato della diaspora, della memoria, sentimentale, con i suoi musei dell'emigrazione, potrebbe coinvolgere ed interessare gli 80 milioni di italo discendenti in tutto il mondo.
In questa statistica non è contemplato il gran numero di emigrati italiani che, pur vivendo quasi stabilmente in altri paesi, hanno deciso di non iscriversi all'Aire, l'anagrafe degli italiani residenti all'estero.
A questo proposito il Roots Tourism International Exchange, l'evento internazionale di settore dedicato al turismo di ritorno, organizzerà a Matera dal 20 al 21 novembre c.a. la seconda interessante edizione con due giorni di networking, formazione, tra operatori turistici italiani ed internazionali.
Un nuovo turismo che dal punto di vista economico, muoverà miliardi di euro, rispolverando meravigliosi borghi spopolati e destinazioni minori della nostra meravigliosa penisola.
Wilma Zanelli