CAPOLINEA N. 18
Porta Nuova, angolo Via Nizza: il 18 è in ritardo. Un gruppo di giovani fa capannello intorno ad un vecchio un po’ matto che bestemmia senza ritegno e a tratti cammina come sorretto da due invisibili fantasmi. Ha la barba incolta rossiccia, il volto scavato e mi fa pena. Gli darei una carezza, ma temo la reazione della sua mente devastata. Le porte si spalancano e una fiumana di gente mi traghetta sul tram. Mentre cerco un posto a sedere, riesco, a riconoscere di spalle, la tua amata figura, lontana abbastanza da evitare un saluto.
VIA ALASSIO. “Chioccola” rammenti che ti chiamavo così? Ancora piango la tua perdita. Lo so che sembra sciocco, ma oggi posso confidarti che quel nostro primo incontro io lo aspettavo, pur non conoscendoti, ci speravo da anni. Per questo poi, è stato un duro colpo. Può capirlo solo chi lo vive mettendo l’amore al primo posto. Mica per altro vivere è un mestiere gramo. I miei sensi cercano ancora te. Sei l’unico uomo che vorrei avere, l’unico dal quale mi lascerei, nel gioco dell’amore, dominare. Ti vorrei, ma resti un desiderio. Ora capisco quando tu parlavi anni fa (Dio quanto tempo è passato) così di me, quando, con tanta semplicità dicevi che mi avresti voluto vicino, ma dato che non c’ero, tu non ci pensavi ed andavi avanti. Ora capisco quella che consideravo una tua freddezza. Avevi tutto sotto controllo: vita, morte e miracoli. Tutto tranne i miei, di sensi, che poi, sono esplosi. Anch’io ora riesco a pensarti, a desiderarti, ad immaginarti con me, come una cosa mia, segreta, il mio sogno erotico che nessuno mai conoscerà. Cara anima mia, mi auguro che la donna che fino a poco tempo fa pareva non esistere, ti stia rendendo felice. Mi auguro che tu lo sia, poichè se così non fosse, parrebbe una beffa. Pretendi che ti renda felice. Una donna se vuole, fa miracoli, l’amore fa miracoli, le passioni cambiano le vite, sono panacea per i corpi malati e per le menti.
LINGOTTO EXPO
Caro vupuntochiocciolamore.it, per molto tempo, nei momenti migliori del nostro rapporto, ho pensato a te come ad un eroe silenzioso, alla ricerca della verità, che inseguiva principi battendosi per la giustizia. Ho persino sperato che, insieme avremmo scritto pagine bellissime d’ un libro, lavorando fianco a fianco. Ripensandoci mi rendo conto che siamo stati un po’ sfortunati, avremmo dovuto inventare una strada, in mezzo al silenzio, su questa terra chiassosa. Una strada. O disegnare una diga di un placido lago, o far emergere un’isola in mezzo al mare… per salvarci… Solo ora, ricordo il tuo calore, la tenerezza, la pazienza, quando restavi ad ascoltarmi mentre ti confidavo le mie amarezze … Quel giorno, avevi fretta, forse un appuntamento, eppure sei ancora rimasto lì, davanti alla stazione, per un’altra ora. Io piangevo e tu mi consolavi. Solo ora ricordo quel rincorrerci da un lato all’altro del mondo. C’è stato un tempo in cui siamo stati ad un passo dalla completezza.
VANCHIGLIA: il tram ha un sussulto e tutti ci spostiamo un po’ in avanti. La frenata improvvisa ha scosso anche te, l’imperturbabile. Per un attimo ti volti ed io impietrisco al timore d’esser riconosciuta. Non sei cambiato: rivedo i pantaloni di velluto millerighe un po’ desueti, le tue rughe ed i capelli sempre più radi. Ho amato anche quelli e la differenza seppur minima d’età, che ci divideva. Ho amato anche il tuo difficile carattere, ribelle, libertino ed al contempo conformista. Ti ho amato ed avrei continuato a farlo se anche tu avessi capito quanto amore c’era…. C’è stato un tempo in cui siamo stati ad un passo dalla completezza. Per questi motivi e per mille altri ho creduto d’ essere importante. E poi, in qualche altro frangente, qualcosa ha spezzato la poesia e nel profondo d’ogni istante sono diventata inconsolabile. Non il lusso di un sorriso.
Passo Buole: ULTIMA FERMATA
Siamo stati bene insieme, saremmo stati bene, capisci che intendo. L’altro giorno sono passata davanti alla nostra casa, e ti ho rivisto appoggiato alla staccionata. Tranquillo, quieto come quel giorno. Eri proprio tu: una cosa mia. Un mancato marito, un ex amante, un lontano e perduto amore, un amico venuto male, una nostalgia tenera. Ti sei materializzato per un attimo, appena in tempo perché potessi rivolgerti una domanda, di cui non ho sentito risposta. Tantè. Cosa può fare una risposta ? Cambiare forse lo stato delle cose?
Il tram s’arresta alla mia fermata. Mi solleva pensare che non mi riconosceresti da lontano, visto che non porti gli occhiali. Rubo un po’ della tua immagine per portarla via con me. Nessuno se n’accorgerà. E’ un bell’amare, vero? Addio chiocciola. Vorrei che domani tutta la città, le piazze, le strade di questa Torino fossero tappezzate dalle frasi del nostro amore e ricoperte da gigantografie dei tuoi occhi per ricordarti il modo unico, possessivo con cui mi guardavi quando con tutta me stessa, per anni ed anni , credevo d’esser per te la sola, l’unica. Ma il mondo non potrà mai parlare di noi, mai saprà di quest’amore. E tu, chiocciola, t’eri accorto di quanto amore c’era? IO so, avremmo fatto invidia al mondo e lo dico mentre il tram, col tuo carico prezioso, riprende la corsa senza me. Je t’embrasse, mon coeur.
Wilma Zanelli
