Il Natale è la festa dell'anno più sentita e coinvolgente, che sicuramente riesce a metter d'accordo i sentimenti della gente di ogni età e d' ogni estrazione sociale.
Le motivazioni sono diverse, differenti sia per chi sente la ricorrenza anche sotto il profilo religioso, sia per i laici che a Natale sentono pulsare la parte più emotiva ed intima di sè.
C'è chi ama il Natale, con animo bambino, adora l’atmosfera che si respira camminando per le strade tra luci e profumi che rendono quasi piacevole anche il freddo.
C'è il Natale fatto di cose semplici, come la mangiatoia con Gesù Bambino e il bue e l' asinello.
C'è chi respira nel Natale il bisogno di una ricchezza interiore fatta di abbracci e sorrisi.
C'è il Natale delle Feste, dello shopping, dei pranzi e delle cene, della settimana bianca, dei viaggi, dei bagordi di fine anno.
E poi c' è il Natale dell'attesa. Della sorpresa. Delle intenzioni, del saluto agli amici lontani.
Si addobba l' albero attendendo di scartare il proprio dono. Si attende la nascita del Bambinello. Si attende naso all'insù il primo fiocco di neve. Si attende l'emozione di una slitta trainata dalle renne. Si attende l'arrivo del Nuovo Anno e quello della Befana.
L'attesa, l'aspettativa, la sorpresa sono emozioni che ci si può permettere anche in tempo di crisi.
Lo sanno bene le vecchie generazioni che a Natale in dono, forse, ricevevano solo un paio di zoccoli in legno, accompagnati da un'aspettativa e un alone di magia e di mistero senza eguali.
Attesa e sorpresa, emozioni dovute allo stupore... Non perdiamo mai la gioia che si prova nel meravigliare gli altri e nel meravigliarsi.
Regaliamo il mistero che genera meraviglia. Impariamo l'arte del regalo, che non è l'oggetto in sè, ma la modalità.
Wilma Zanelli
