Oggi dobbiamo muoverci. Serve contante: lo sportello bancario qui vicino non eroga più denaro e i negozi sotto casa non accettano carte di credito o Bancomat. Ci viene riferito che i centri commerciali, invece non fanno questioni. Distano un paio di chilometri da casa. Così usciamo a piedi e c' incamminiamo. Su uno dei viali che percorriamo in tutta fretta, un grande cartello indica che in 5 giorni di guerra, qualcosa è cambiato. "Russi andate fuori dalle ...."  il messaggio è più colorito, ma il significato è lo stesso. Firmato gli abitanti di Sumy." Andiamo avanti spediti, guardandoci intorno...  il pericolo è dietro l'angolo. Il centro commerciale ha diversi beni di prima necessità. Gli alcolici sono stati ritirati dalle vendite, mentre il prezzo della carne è triplicato. Ovviamente quella in vendita non ha tagli pregiati: c'è della tritata  e poco più. La Banca ci fornisce ciò di cui necessito e di corsa si rientra a casa. Inoltre ci aiuterà nell'apertura di un conto Pro Ucraina per la città di Sumy, di cui mi farò portavoce. In questo clima dantesco, due bandiere ucraine sventolano fiere e dignitose. Abbiamo saputo che un soldato ucraino nel nostro palazzo è stato ferito gravemente ed è ricoverato in terapia intensiva all'ospedale. La sua famiglia è disperata: sappiamo che scarseggia il sangue per trasfusioni. In giro le mascherine antiCovid sono sparite e nei negozi si entra senza indossarle. Sarebbe folle che qualcuno lo facesse notare: c'è gente che non ha neanche il tetto sulla testa. Qualcuno ripete d'aver visto sul cielo di Sumy formarsi una nuvola simile ad un grande angelo protettore. Io, meno sognatore, alzando gli occhi al firmamento, ho visto solo una volta pesante, pregna di dolore.     

                                                                                                                                                   Wz per Andrea Busso - Sumy