L' organizzazione del nostro "Sorseggialibri2025" passa anche nella provincia di Cuneo e  ci conduce in un giorno di febbraio, su una strada che dalla city torinese, porta verso le Terre Alte del Cuneese, proprio nell'ora di pranzo. Arriviamo dritto dritto a Paesana, davanti ad un ristorante, nel quale non entriamo da decenni.   

Decidiamo di fermarci, consentendo al caso, una sorta di appuntamento al buio. Il Monviso è lì, a due passi, serafico, regale. Si fa ammirare ed immancabilmente, a me viene in mente il vecchio detto popolare ad esso dedicato, che tradotto dal piemontese recita così: "Se il Monviso ha il cappello, o fa brutto o fa bello". Il cappello, ovvero la nuvola, non c'è e la giornata è limpida, il cielo è un azzurro polvere, il monte maestoso, poco innevato, ma affascinante. Nel congedarci da lui, varchiamo la porta del ristorante.  

Questi ha subito un restyling, curato nell'aspetto:  la sala è più ampia, in stile montano, ma moderna, il pavimento e le pareti hanno un bel colore taupe che fan risaltare le tovaglie bianche di cotone e copritavoli, la grande credenza in legno piena di bottiglie di vino, vetri sabbiati alle porte, molta luce naturale entra dalla grandi finestre e tanti punti d'illuminazione partono dal soffitto rendendo l'atmosfera calda, calda come la temperatura che si respira. Un valore aggiunto, a febbraio, nelle zone in prossimità delle Terre Alte. Curato anche il modo di presentare il menù e la carta vini: sopra un tavoletta di legno e i segnatavoli: fatti con tappi di sughero dal cartellino rosso numerato.  

La gestione del ristorante appartiene, da 5 generazioni, sin dal 1927, sempre alla stessa famiglia e da nove anni è passata al giovane Stefano, diplomatosi all' Alberghiero di Barge, che è anche il patron della cucina, mentre il servizio di sala, curato dal papà, è veloce e dinamico. Come veloce è l' offerta dei piatti, proposte principalmente di cucina piemontese, che cambiano settimanalmente, e che a noi di Gusto Italiano, paiono un'idea azzeccata, a garantire la freschezza dei piatti. 

Apprezziamo le proposte gastronomiche di queste Terre Alte: il lardo di Patanegra (un omaggio alla penisola iberica) con miele di castagno, tomini con acciughe, antipasto piemontese di verdure ed il flan con fonduta alla toma. Seguono i primi con agnolotti di ragù di salciccia e porri, tagliatelle alla boscaiola, e per secondo un morbido fiocco di vitello alla nocciola, stinco di maiale marinato alla birra e trota spaccata fritta. Il contorno propone i finocchi, un cultivar a km.0. Altro doppio valore aggiunto, che con mia grande felicità esclude i soliti "pomme de terre". Concludono i gustosi dessert: semifreddo al torrone con cioccolata, torta di nocciole con zabajone e Bonet. 

E' stata un'esperienza gustativa, quella della "Trattoria Valle Po", che abbiamo apprezzato, peccato che sia successiva alla stesura della guida di riferimento. L'avremmo con piacere indicata e suggerita al viaggiatore, perchè  noi, di "Gusto Italiano" da sempre amiamo dare spazio alle giovani leve della ristorazione.

"Sorseggialibri" invece, andrà in scena in Valle Po, col volume" Viaggio per l'Italia: Torino, Cuneo, Asti", alla ricerca del Gusto Italiano, perchè la cultura, è il nostro slogan, da oltre decennio, "passa anche attraverso il cibo". Viva le Terre Alte ed i giovani che scelgono di restarvi.  

                                                                                                  Wilma Zanelli - Gusto Italiano/ Італійський смак