C’ è un ingrediente gastronomico  saporoso, amaro, sempre più utilizzato in cucina, difficile digerire: l’ignoranza e sta ad ogni latitudine e paese. 
La cucina ignorante di chi aprendo la pagina d’una rivista dedicata al food, chiede di poter preparare la ricetta senza porsi il problema della complessità, né dell’adattabilità di un piatto alle attrezzature in possesso o alla preparazione del personale di cucina.
Di chi pensa che basti avere in mano una ricetta con giuste grammature per poterla replicare senza problemi.
Di chi crede che far da mangiare sia una professione e confonde il mestiere di cuoco con quello dello chef.
Di chi è convinto che la cucina sia solo passione e fantasia e pensa di metterla a reddito senza preparazione, competenza, esperienza, studio.

La cucina ignorante è quella senza formazione, senza sviluppo e conoscenza.

Sta sulla bocca di tutti e per questo sembra così avvicinabile che ci basti fare un buon sugo o un risotto per aprire un’attività di somministrazione cibo. La cucina ignorante chiama un vassoio di chantilly e due salatini un servizio catering.

E’ un menù mai rinnovato da anni, prodotti senza denominazione di origine, è trovare il formaggionel menù vegetariano e l’uovo in camicia nel settore carne.

La cucina ignorante non permette ai cuochi d’ esprimersi, non li valorizza e non li paga sufficientemente. Si nutre del ragionamento che per mangiare bene, bisogna trovare porzioni da boscaiolo, a basso costo.

La cucina ignorante è quella di moda oggi, la consumiamo spesso perché non sappiamo scegliere.E’ stilare la carta di vini con 20 etichette, o aver una wine list sproporzionata al menù.

La cucina ignorante si sfama dell’apparenza di belle mise en place o bei locali.

Crede che chiunque possa improvvisarsi maitre o cameriere e che sia un mestiere senza tecnica, in cui basti il sorriso e la camicia bianca.

La cucina ignorante non è in grado di fare variazioni di percorso: se prevista una minestra di verdura a pezzi, si rifiuta di frullarla.

La cucina ignorante è quella che appartiene a certi gruppi insigniti di strani conferimenti, che, pur non essendo conoscitori, sparano sentenze e opinioni senza fondamenti.

La cucina ignorante è difficile da digerire, mette la panna per coprire i sapori, viaggia in rete, di mestiere appartiene ad altre corporazioni, non sa nulla di cotture e padelle, però, come il diavolo prova a fare pentole, dimenticando, ahimè i coperchi.