Tutti conosciamo Massimo Gramellini scrittore e giornalista, prima alla Stampa, ora al Corriere della Sera. Di origini romagnole ma nato a Torino, alcuni anni fa, per la Fondazione del Banco Alimentare, e la Blu Edizioni, partecipò alle "Ricette del cuore" raccontando ai lettori i suoi ricordi sul cibo dell'anima, il comfort food oggi potremmo definire.
Leggiamo e riportiamo:
"Comincio dal dolce, come immagino succeda in paradiso. Quaggiù i pasticcini si servono in fondo, quando uno non ha più fame, mentre nulla è più desiderabile che mangiare un prodotto a base di colesterolo e trigliceridi al culmine dell'appetito. Per esempio la torta del mio primo compleanno... ma non posso darvene la ricetta per la semplice ragione che il solo a conoscerla, è il mio pasticcere torinese che la confeziona da una vita....
Base di meringa e strato di cioccolato fondente sormontato da una glassa di cioccolato anch'essa.
Sull' opera d'arte ultimata vengono poi spruzzate delle scaglie di cacao gratuggiato a mo' di tartufo. Da qui il nome per cui è conosciuta fin nella più sperduta delle galassie: tartufata. Ma a Torino la chiamano "Festivo"
Se la tartufata è la festa, la farinata è il premio inatteso dei giorni feriali.
Quando alle elementari prendevo un bel voto nel tema d 'italiano, o, più raramente nel problema d'aritmetica, papà non mi diceva mai bravo. Però rincasando la sera, sul tavolo della cena, appoggiava un cartoccio oleoso ricolmo di fette di farinata ancora tiepida. Il suo modo di comunicarmi che era soddisfatto di me. ..."
Wilma Zanelli