L'autunno è alle porte. E certe cadenze tornano puntuali come l'inizio dell' anno scolastico, la fine delle classiche vacanze d'agosto ed il cambio del guardaroba. Così torna nell'aria il profumo dei funghi porcini, insieme a quello dell' imminente foliage e la voglia di gustare qualche piatto della tradizione a km.0.
Ci rechiamo in provincia di Cuneo, dove i boulaje, (fungaioli) già sono all'opera, nei boschi, con i loro cestini di vimini alla ricerca dei Boletus. La val Bronda, un piccolo terroir incastrato tra la Valle Po e la Val Varaita, ci accoglie con il suo stupendo maniero che dall'alto osserva le vicissitudini di noi pellegrini. Provo sempre una sana invidia per chi ha abitato tali dimore: beate la Marchesa di Castellar e la Contessa di Saluzzo.
Proseguiamo verso il ristorante Val Bronda, che presenta la cucina tradizionale piemontese e naturalmente una cucina che rispettando le stagioni, offre a fine settembre un menù a base di funghi.
Scegliamo quindi piatti con un unico denominatore comune: il Boletus a km. 0, Re indiscusso al nostro tavolo. Non vogliamo analizzare nessun altro piatto.
Iniziamo con un #albese ai funghi porcini, un #tortino di funghi, #tagliatelle ai funghi e #risotto ai funghi, #funghi fritti. Potremmo proseguire, dato che sono in menù secondi di carne coi funghi, ma per decenza e rispetto al nostro fegato, preferiamo fermarci, innaffiando il tutto con del Pelaverga del Saluzzese a km.0.
Vitigno autoctono, a bacca rossa, di moderata acidità, delicato al sorso, con una vena appena speziata ed un aroma che a me ricorda la fragola e mi riporta piacevolmente indietro nel tempo, quando feci uno dei primi servizi giornalistici per la tv, proprio in questa Valle, dedicati alla vendemmia e fui catapultata in tutta fretta, come per un servizio di cronaca nera, in un vigneto (dove l'uva era già scomparsa) e dov'era rimasto solo fango dopo una pioggia... Un Pelaverga mi porta sempre allegria, per il ricordo ad esso associato e la pronta soluzione che venne in mente per realizzare quel servizio in esterna, quella che oggi chiamiamo la tecnica del "Problem solving".
Digressioni a parte, per il dessert, ordiniamo un bunet classico, tanto per alleggerirci. E' stata una cena godereccia. Grazie.
Tuttavia, la voglia di chiudere con un amuse-bouche come il funghetto di meringa o un funghetto dolce di pastafrolla, ancora giace latente. Chissà se un giorno lo troveremo nel menù?
Concludo salutandovi, proprio come usavo fare tempo: "Per il momento è tutto, un saluto, a voi studio"
Wilma Zanelli Gusto Italiano/ Італійський смак