La memoria, quell' elemento fondamentale per ricordarci chi eravamo e capire dove stiamo andando, ha mille modi per configurare il nostro passato, le antiche tradizioni dalle quali giungiamo. Persino i bricoleuse, gli hobbisti, consapevolmente o meno, giungono in nostro aiuto, presentandoci frammenti d' antan, mestieri, abitudini di vite lontane, raccontateci dai nostri nonni o lette su qualche libro.
Sarà per questo che le migliaia di fiere dell'artigianato, le rassegne, i mercatini diffusi lungo il nostro stivale, presentano stand ricchi di storia e di antichi mestieri, nei quali i visitatori ammirano l'opera di merlettaie, ricamatrici, ebanisti, tricoteuses, cestai od hobbisti che con la tecnica " wire" producono gioielli, altri costruiscono casette in miniatura di pietra e legno, altri con l'arte del riciclo danno nuova vita a mobili ed oggetti, tra tecniche di stencil, decoupage ecc...
Tutorial e webinar gratuiti, meeting on line, sono all'ordine del giorno, come video postati sui vari canali tematici che insegnano ed avvicinano alle prime tecniche. L'interesse per questi argomenti è sempre vivo, in giro per le nostre città si organizzano anche corsi sia per turisti, che per l' Università della Terza età.
E poi ci sono i vari attrezzi da acquistare: pennelli, fili di alluminio e rame, perline, crochet, vernici, persino i kit per le casette di pietra. Tutto a portata di click.
In tutto questo gran movimento di artigiani hobbisti, abbiamo conosciuto due personaggi singolari della Val Pellice nella provincia torinese: i Martina: Valerio (nonno) e Michael (nipote), accomunati dall' interesse per le antiche tradizioni e la grande manualità. Il primo cestaio, per passione, conosce a perfezione la tecnica di costruire con il nocciolo (Corylus avellana) dei bellissimi cesti. Oggetti utilissimi in campagna, poichè servivano per trasportare ogni cosa: formaggi, funghi, castagne, la merenda nei campi, bottiglie di vino, ma che oggi diventano anche piacevoli elementi d'arredo, adatti a contenere oggetti o fiori.
L'arte, il signor Valerio l' apprese sin da giovane, quando questo mestiere, molto diffuso nelle campagne e tra i monti, veniva praticato, durante la stagione invernale, esclusivamente a mano, senza bisogno di particolari attrezzi, se si esclude tempo, pazienza, precisione, grande manualità e conoscenza del materiale trattato, che fosse salice o nocciolo.
Il nipote Michael è un giovane che costruisce casette in pietra e legno. Graziosissime abitazioni in miniatura, anche su misura, create con la pietra della Val Maira in provincia di Cuneo e assemblate con silicone trasparente. "Ogni casetta richiede da un minimo di 30 ore di lavoro sino a 40." Riferisce Michael "Ogni costruzione è diversa dall'altra ed io la contraddistinguo con un numero progressivo. Sono arrivato alla sessantatreesima." Sappiamo che gli estimatori sono tanti e che le casette alle fiere vanno a ruba. Sono arrivate anche oltre oceano, acquistate da alcuni americani in visita qui in Italia, durante il Sinodo Valdese.
Il signor Valerio, che coltiva anche la passione di scrivere racconti, ci tiene molto a trasmettere la sua conoscenza acquisita affinchè non vada perduta ed è bello sapere che ci sono ancora persone che portano avanti certe tradizioni, ed altre che vogliano imparare da mani esperte e capaci, tutti i segreti del cestaio, compresi i momenti migliori per potare, le caratteristiche del legno e di quelli più adatti per i diversi manufatti.
Ed è bello che giovani come Michael, sportivo, che pratica hockey a rotelle, con le sue casette rustiche, proponga a noi, un lavoro di ricostruzione della memoria: attraverso l'architettura delle sue case, ricordiamo come vivevano 50 anni fa, le popolazioni montane della Val Pellice, della Val Chisone e dell'intero arco alpino.
E tornano alla mente le abitazioni dei bisnonni coi tetti in lastre d'ardesia, tagliate a mano, spesso grossolanamente, con travature in legno di castagno o di quello che il terreno offriva, il piano inferiore generalmente adibito a ricovero per animali, le finestre molto piccole con strombature per permettere l'entrata della luce e balconi sostenuti da colonne in pietra.
Abitazioni che oggi, i più fortunati, trovano ristrutturate e dotate di ogni confort all'interno, usate come seconde case, sono fornite di bagni accessoriati con idromassaggio, ascensori di collegamento tra i piani, cucine con forni a microonde ed impianti di riscaldamento di ultima generazione, senza dimenticare collegamenti ad internet, impianti satellitari per la tv e persino piccole palestre per praticare sport dentro casa.
Purtroppo non è raro vedere nelle nostre valli, borgate intere dimenticate, che il tempo ha trasformato in ruderi. Addolora la distruzione di un'architettura montana "eroica", già a suo tempo, sostenibile ed ecocompatibile, che andrebbe salvaguardata anche dall'usurpazione del tempo che passa, proprio come i vecchi mestieri, tra cui quello del cestaio, usurpato, invece, dall' avvento della moderna plastica, che oggi si cerca disperatamente di riciclare.
Wilma Zanelli