26 febbraio 3° giorno di guerra. Sumy ore 9,45. Mi sono appena svegliato. Preferisco restare in piedi la notte, per non farmi prendere impreparato da un eventuale o scongiurato attacco aereo. Ci hanno istruito alla meno peggio: un colpo di sirena lungo significa prepararsi, due colpi lasciare le case, 3 mettersi al riparo negli scantinati o bunker... Qui vicino un rumore ci fa sussultare: guardo fuori dalla finestra: stanno sbattendo un tappeto. Avevamo pensato al peggio. Una donna stende i panni. Sotto in giardino c'è qualcuno che porta a spasso il cane. E' una calma apparente, ma bisogna accontentarsi. Mi metto al lavoro, come se fosse un giorno normale. Il telefono continua a squillare. Giungono telefonate e messaggi dalla Russia, dall'Ucraina, dall'Italia. Se rispondo non riesco a scrivere le notizie che poi pubblicherò sul mio magazine. Mia moglie Julia impasta il pane, il gatto miagola. Igor, che stava a Kiev, è riuscito a raggiungerci. Ha viaggiato tutta la notte per stare con sua moglie e la sua piccola di 9 mesi, qui a Sumy. Voci di corridoio e di trincea, ripetono che molti carri armati sono fermi nella steppa. I soldati, che arrivano dal Dombass, iniziano ad essere confusi, qualcuno chiede dove si trova. Le loror munizioni scarseggiano, anche i loro viveri. Qualcuno tra loro piange. Le stesse voci riferiscono che sono soldati giovanissimi ziti, tirgichi e georgiani, fermi lì in mezzo al nulla, senza una guida, un comando. Prima di questa dannata guerra, ovvero 4 giorni fa, avevo programmato di fare un restyling delle guide turistiche dell'Ucraina, un lungo lavoro a quattro mani fatto con mia madre, Wilma. Lo riprendiamo tra le mani: ora le copertine e le foto andrebbero modificate. Accantono il pensiero. C' è un titolo che mi fa rabbrividire"Kiev: grattacieli come a New York" Chissà ora se esistono ancora. Così mi metto ad impastare, mentre mia moglie, invece torna a dipingere. In arrivo un altro sms: un giornalista mi chiede la foto della cantina. Ma in cantina non c'è più la luce, forse la lampadina è bruciata. "Faccia una foto al buio, questo ha lo stesso colore ovunque, anche in Italia." suggerisco.  Oggi c' è un gran sole fuori. Sorgerà e tramonterà, nonostante tutto, anche domani. 

                                                                                                                                       Andrea Busso