Mammina quel mattino iniziò a conversare. Furono quarantacinque minuti ininterrotti di chiacchiere. Il discorso, di cui cercavo di capirne il senso, era pieno di sorrisi, ammiccamenti, gestualità, pause e dolcezza.
I suoi occhi guardavano me, poi il parco, la porta finestra, poi ancora me.
Era una delizia ascoltarla, seguendo la sua minuta manina che gesticolava, prendendo qualcosa nell'aria, acciuffando qualche filo dei miei capelli.
Ad un tratto, come rivedendomi, disse: "Guardarla lì, mia fia". Era un magnifico botta risposta fatto di "Ma diamine, cara fia, tuti i di', lo so....ecc." parole in piemontese, miste a quelle in italiano, a seconda dell'interlocutore. E questa era la risposta a tutto.
La spiegazione di questo percorso. Non avrei mai voluto perdermi questi attimi, esattamente come non avevo voluto perdermi la prima parola di mio figlio, la perdita del suo dentino, la sua prima parola.
Commozione pura, che non posso nemmeno spiegare, nè voglio farlo.
Il team di Santi e Venerabili che avevo con tanta accortezza e grande cura costituito, stava portando benefici, nella bontà di Dio..
Wilma Zanelli