Gian è un ex croupier, lavorava sulle navi da crociera. Sino a 4 anni prima viveva per 9 mesi l’anno in mare. Un bel lavoro, certo, adeguatamente remunerato, fatto di pause ed intervalli regolari ( per favorire la concentrazione), 3 mesi di riposo consecutivi e località portuali sempre nuove da visitare.
Dopo qualche anno, però, le rotte assegnate erano sempre le medesime. Come gli spazi ristretti di una minuscola cabina da condividere con altri colleghi.
A questo si aggiunse la crisi economica, l’aumento del costo del lavoro, che portò a reclutare tanto personale, semplici dealer (non croupier) dalle nazioni più povere. Il che significava ritrovarsi in busta paga uno stipendio da fame, cinquanta euro a settimana, la paghetta degli studenti. Così, GianFranco, in una bella giornata di giugno, sbarcò al porto di Tallin, salutando la compagnia di bandiera e senza rimpianti prese un volo per Milano.
Siccome i cocktail, insieme alle fiches, erano stati la sua passione anni, GianFranco, atterrato nella Milano da bere, si fece conoscere per quei fantastici drink contornati da storie di mare che tanto affascinavano le donne.
Ne erano estasiate.
“Gian, dammi un drink” si sedevano al bancone e lo stavano a guardare, ascoltando storie (rigorosamente vere) che sembravano uscire dalla mano di un giocoliere indispettito.
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